Cura dell’orchidea
Tutto quello che devi sapere

Le orchidee sono fiori bellissimi, che gli appassionati curano con molto amore e molta attenzione. Per alcuni di noi, invece, l’orchidea è presente nelle nostre case perché ci viene regalata – è infatti un regalo preziosissimo. Per questo vorremmo farla sopravvivere il più a lungo possibile. Ma siamo sicuri di sapere come si mantiene in salute un’orchidea?
Ecco la nostra breve guida con tutto quello che devi sapere per prenderti cura dell’orchidea.

Le innaffiature
Partiamo col dire che le orchidee difficilmente muoiono per mancanza d’acqua. Semmai, la principale causa di morte di queste piante è l’eccessiva umidità che non lascia asciugare le radici fra un’innaffiatura e l’altra – questo non vale per i paphiopedilum che vanno innaffiati di frequente perché le loro radici non devono mai asciugarsi completamente.

In generale:

• Quanto va innaffiata un’orchidea in vaso?
Diciamo che possiamo seguire una regola generica: più grosse e carnose sono le radici e meno ravvicinate devono essere le irrigazioni.

• Quanto va innaffiata un’orchidea su zattera di corteccia o di sughero?
Queste orchidee vanno, invece, spruzzate abbondantemente tutti i giorni con un nebulizzatore.

orchidea in fiore

Per innaffiare le orchidee è preferibile utilizzare dell’acqua lasciata riposare per qualche giorno in un secchio: in questo modo l’acqua si scalderà raggiungendo la temperatura dell’ambiente, poi il cloro si volatilizzerà e i sali si depositeranno sul fondo del contenitore.
Se l’acqua del rubinetto fosse troppo calcarea, maglio utilizzare quella demineralizzata che si usa per i ferri da stiro. Mai utilizzare l’acqua filtrata con addolcitori domestici: contiene sali di sodio, fatali per le orchidee.

Cosa importante da ricordare: le radici delle orchidee non sopportano di rimanere a lungo a contatto con l’acqua. Per questo è bene sistemare il vaso su un sottovaso riempito con argilla espansa o ghiaia, che eviterà ogni ristagno a contatto con le radici.

La concimazione
Regola numero uno: si concima assolutamente dopo aver innaffiato abbondantemente, poiché quando una pianta si trova in uno stato di carenza d’acqua ha la tendenza ad assorbirla velocemente, con il rischio che il concime disciolto ne bruci le radici.

Tutte le orchidee vanno concimate, durante la stagione vegetativa, una volta ogni quindici giorni, con un concime contenente azoto, fosforo e potassio in parti uguali, sciogliendone un grammo per ogni litro d’acqua.
Appena iniziano a spuntare gli steli, invece, va somministrato un concime più ricco in fosforo e potassio.
Per quanto riguarda le orchidee coltivate su zattera di corteccia o di sughero o in cestelli appesi con le radici all’aria, queste vanno concimate ogni settimana, utilizzando soluzioni molto diluite: mezzo grammo di concime per litro di acqua.

Per le orchidee è fondamentale l’approvvigionamento di nitrato di calcio, che solitamente manca nei concimi più comuni. Quanto e quando? Un grammo per litro di acqua una volta ogni tre mesi.

Temperatura e umidità ideali
Le orchidee non amano gli ambienti secchi, prediligono l’umidità, che però deve essere correlata ad una temperatura media.
Infatti, in un ambiente umido ma troppo freddo si potrebbe verificare la comparsa di muffe grigiastre, mentre in un ambiente umido ma troppo caldo le orchidee potrebbero subire gli attacchi dell’oidio – muffa biancastra.
Per contro, in un ambiente non abbastanza umido foglie e fiori si potrebbero seccare e la pianta sarebbe maggiormente esposta agli attacchi delle cocciniglie e del ragnetto rosso.

I terricci e i substrati
Diverse tipologie di orchidea richiedono diversi tipi di terriccio o substrato.
Per la coltivazione delle orchidee epifite, cioè quelle che in natura crescono ancorandosi con le radici al tronco degli alberi, si utilizza quasi esclusivamente la corteccia di conifere sterilizzata, ridotta in piccoli pezzi e privata delle resine.

In generale, per le orchidee dalle radici più grosse si utilizza una corteccia di grossa pezzatura, mentre per le orchidee che hanno radici piccole si utilizza una corteccia finemente sminuzzata.
In commercio si trovano anche dei terricci per orchidea, costituiti da corteccia macinata, polistirolo e gommapiuma, ma presenta alcune criticità: si degrada in fretta e trattiene troppa umidità, cose che alle radici non piace.

orchidea bianca

I paphiopedilum, che sono orchidee terricole, vanno coltivati in un misto di buon terriccio per piante d’appartamento e terriccio per orchidee.
Per quelle da giardino come le pleione e le bletilla può andar bene un terriccio ricco di humus.
Per le orchidee coltivate su zattera, la soluzione ideale è la corteccia di robinia.








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